domenica 24 novembre 2013

Perché Virginia Woolf si è tolta la vita ?

La rubrica “ Riflettendo “ affronta una vasta gamma di argomenti . Nasce con il semplice scopo di offrire degli spunti di riflessione .

In questo articolo . . . 


Cosa porta un artista a compiere un gesto estremo come il suicidio ? E’ giusto indagare sulla vita privata di ognuno di essi ? Perché non ci si sofferma sulle opere, semplicemente ?
Virginia Woolf , nata a Londra nel 1882  e morta suicida nel 1941 , è stata una delle più importanti figure letterarie del XX .

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Virginia Woolf interpretata da Nicole Kidman
nel film " The Hours " . 


 
Con questo articolo non voglio assolutamente dare una possibile giustificazione al suicidio ( che si parli della famosa autrice londinese o di altri ) . Mio personale parere è che nessuna condizione sociale , psichica e morale debba portare a un gesto così estremo e bisognerebbe fare di tutto per evitarlo . Né possiedo le competenze necessarie per dare un giudizio obiettivo per cui mi limiterò a dare una considerazione analizzando la questione da un punto di vista umano . E’ risaputo che Virginia Woolf soffriva di vari disturbi emotivi e mentali e che affrontò svariate terapie per resistere e non cadere nel “ buio più totale ” (  espressione da lei utilizzata più volte per identificare il malessere che l’avrebbe , prima o poi , portata a compiere questo gesto estremo ) . A detta di molti, il principale motivo di tale folle gesto è attribuito ad un collasso del sistema nervoso che , a differenza dei precedenti , è risultato fatale alla rivoluzionaria scrittrice britannica . Ma, come puntualizzato prima, non è su questo che verterà la mia riflessione.
Essa nasce da una domanda postami da una mia amica ( che sapendo della mia stima nei confronti della scrittrice ) , nel pieno di una quotidiana chiacchierata al bar ; in maniera del tutto spontanea e quasi irrilevante mi fa << Perché , secondo te , Virginia Woolf si è suicidata ? ? ?  >> . Da quel momento la sua voce è rimbombata tra le pareti della mia instabile testa, quasi a graffiarle, e non mi son dato pace finché non fossi riuscito quantomeno ad elaborare , una possibile risposta . Credo che fosse nelle sue intenzioni e comunque nelle mie , interpretare la domanda in altra maniera e quindi non rispondere ricercando le motivazioni del gesto in sé, isolato, dando le classiche risposte già date ( da chi sicuramente competente ) trite e ritrite bensì osservando la questione da un altro punto di vista . A tal proposito, ho riformulato la domanda, per poi analizzarla e giungere ad una conclusione che rispecchi il mio pensiero . La mia interpretazione è la seguente :

“ Non trovi sia un peccato che un’artista dall'innato talento letterario e dalla personalità ricercata , raffinata e sorprendente si sia suicidata ? Ci pensi a tutte le opere di sconfinata fattura che avrebbe potuto continuare a regalarci ? Secondo te le sarà passato per la testa, anche solo per un millesimo di secondo ? “


Arrivato a questo punto, mi sono reso conto che la questione fosse ancor più complicata di quello che potesse sembrare e mi son messo a studiare per poter avere una visione più completa possibile, tanto da farmi un’ idea, dei i suoi scritti e di tutto ciò che avvolgesse la vita di questa straordinaria artista . Ho provato a immedesimarmi, cercando di riviverne le sensazioni , prima di trarre una conclusione . Mi sono lasciato andare a delle riflessioni su ciò che ha vissuto e che ha dovuto affrontare tra luci ed ombre, cercando di mettermi nei suoi panni, o anche solo di sfiorare questa possibilità .
Immaginate di essere chiusi in una stanza , triste e vuota , priva di qualsiasi distrazione , di qualsiasi cosa possa farvi evadere l’animo e a la mente da tutto ciò che vi preoccupa , dai vostri timori e dalle vostre paure ; aggiungete una buona dose di noia e apatia dovuta all’obbligata reclusione ,al quale era costretta , come terapia dai dottori sotto il controllo vigile del marito e dalla servitù ( da intendere come persone estranee ai suoi affetti ) sempre sotto suo ordine . Immaginate poi di sentire delle voci che vi istigano ad andar via , a fuggire, osteggiando la ragione e tutto ciò che vi tiene fermi lì a sgretolare pian piano tutte le vostre certezze . Se le voci diventassero assordanti non fareste di tutto per farle smettere ? Come quando da bambini vedevamo i fuochi d’artificio o quando assistiamo al lancio di un petardo , o quando qualcuno ci parla e non vogliamo stare a sentire, qual è la prima cosa che facciamo ? Ci portiamo le mani alle orecchie per non sentire, no ? Immaginate di non poterlo fare . Lei queste mani le aveva legate , non c’era alcun modo di fermare quello che sentiva, o magari di chiedere , anche garbatamente , a quelle voci di fare silenzio . No , lei non poteva . Ora pensate alla persona che più vi sta cuore , pensate all’amore che vi riesce a dare e a tutto quello ha fatto e che fa per voi ma che per qualche inspiegabile motivazione non riuscite ad apprezzare , tanto da sentirsi degli ingrati , tanto da sentirsi soli contro tutto e tutti . Per quanto forte d’animo, chiunque proverebbe una seppur minima sensazione di disagio. Ma è ben chiaro che non si tratta solo di questo . Virginia si sarà sentita come quando si deve trasportare , senza l’aiuto di niente e nessuno , un fardello pesante che richiede più forze di quante se ne hanno , per una meta di cui non si è a conoscenza e senza aver nessuno, alla fine, a ricompensarci per l’immane sforzo fatto . Ora, potrebbe sembrare ( e  sarebbe del tutto lecito ) che Virginia fosse una donna pazza ed ingrata: invece non lo è stata affatto . Per avere un assaggio di quanto Virginia fosse sensibile , educata , affettuosa  e persino dolce (al dì là dei suoi sbalzi d’umore dovuti alla malattia ), riporto la commovente lettera che Virginia , poco prima di suicidarsi , lasciò al marito :

“ Carissimo, sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che nessuno avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se qualcuno avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n'è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi.

A mio modesto parere , credo che nessuno possa capire e sentire il dolore che ha provato il marito subito dopo aver letto la lettera e compreso ciò che fosse accaduto. Possiamo solo immaginare cosa gli sia passato per la testa . Dopo essersi preso cura di lei per la maggior parte della sua vita e averla amata con tutto se stesso, vedersi incapace di aver impedito un gesto del genere deve essere stato qualcosa di tremendamente doloroso, per di più essendoci stati dei precedenti .Avrà pensato che doveva aspettarsi un atto simile . Eppure avrà pensato a come mai , al perché non era riuscito ad evitarlo . Avrà desiderato di esserle stato più vicino, di darle di più di quello che egli stesso riuscisse a dare . Si sarà domandato , cosa avesse sbagliato ( ammesso che ci fosse qualcosa ) . Se, magari, la troppa apprensione avesse significato un eccessiva invadenza , tale da far desiderare alla moglie di andar via , in questo caso per sempre . Si sarà sentito in colpa nonostante lei l’avesse sollevato da tutto, incorniciandolo come suo unico vero eroe , sua unica ancora di salvezza. (mi chiedo se questo avrà alleviato il suo dolore) . Le mie sono soltanto riflessioni e non voglio assolutamente dare delle motivazioni , come puntualizzato all’inizio dell’articolo . Ma continuiamo a vedere la vicenda dal punto di vista del marito che, superato un periodo di confusione e rammarico iniziale , avrà forse pensato di essere una persona fortunata, perché , in quanto marito, ha avuto la possibilità di passare gran parte della sua vita insieme a lei e riceverne ( seppur in maniera complicata e minima ) le attenzioni , udire le sue parole , apprezzare i suoi gesti , osservare i suoi modi di fare e vedersi ricambiato il suo amore .
Nella sua lettera , chiaramente rivolta al marito e a lui solo , ho ritenuto opportuno pensare che nello scrivere possa aver pensato anche ai suoi lettori e a tutte le persone che l’hanno amata e apprezzata per quel che ella fosse .
Ragion per cui riteniamoci fortunati perché , se Virginia non avesse vissuto particolari situazioni dovute alla sua malattia e insomma se Virginia Woolf non fosse stata Virginia Woolf non avremmo potuto godere delle sue straordinarie opere e del suo immenso talento . E comunque sia, questo non deve importarci , non deve essere oggetto di discussione , non deve permetterci di etichettarla come una pazza suicida. Piuttosto, dovremmo concentrarci su quel che ella ha apportato al mondo a livello artistico , culturale e letterario , senza scavare nella sua vita privata come se fosse una lezione da portare ad un esame per prendere un bel voto e fare la nostra bella figura . Perciò non ho pensato più al perché e al come fosse stata capace di compiere questo gesto estremo:  mi sono sentito fortunato per quello che è riuscita a dare senza pensare a quello che sarebbe potuta essere ; ho pensato semplicemente che se avesse continuato a vivere e non avesse scritto nient’ altro non sarebbe cambiato nulla e sarebbe stata ricordata per quel che aveva fatto fino a quel momento dunque chi si sente la responsabilità di dire che non sarebbe stata la stessa cosa ? O, peggio ancora, che sarebbe stata dimenticata o giudicata negativamente tanto da denigrarla ? Da questo punto di vista non sarebbe cambiato tanto , anzi non sarebbe cambiato nulla . Quando , in genere , si parla della Woolf il primo argomento che viene trattato è il suo suicidio e le cause che l’abbiano portata a compierlo . Ciascuno esprime la propria opinione come se giudicasse la moda del momento invece di soffermarsi ad apprezzare con occhi di riguardo tutto ciò che è l’artista, e non la persona . Si inizia a parlare dalla fine della sua vita come se fosse fondamentale per il susseguirsi di un eventuale lezione o discussione . Pare che questo sia un “ problema “ sollevato solo sulla Woolf , ma , in genere , anche su tanti altri artisti , dei quali vengono spesso fatti emergere gli aspetti negativi, ancor prima di analizzarne l’operato . Si indaga sulla vita privata . Se ci troviamo di fronte ad una morte sospetta , particolare , “ fuori dal comune “ l’attenzione viene focalizzata sull’evento e  passa in secondo piano quello che è l’artista e di conseguenza le sue opere , le sue opinioni e tutto ciò di bello che ha potuto apportare al nostro mondo . Perciò non ho pensato più a dare una risposta alla domanda, ma mi sono limitato a concentrarmi su altri aspetti . Preferisco apprezzare Virginia Woolf come artista , autrice di scritti fantastici , sorseggiare del buon vino e discutere fino a notte fonda sul suo pensiero, attraverso la storia di uno dei suoi romanzi o più semplicemente partendo da una delle sue citazioni più famose parlandone come si commenta una bella notizia o si esprime un personale parere su un argomento qualsiasi . Infine, ho capito che la sua storia deve servirmi da esempio per non commettere il suo stesso errore, non rischiare di non sentirsi amati o di non sentirsi amati abbastanza e far sì che nessuno intorno a me possa soltanto pensare di arrivare a tanto.

Virginia Woolf
Questo è quello che, principalmente ,  l’artista Virginia Woolf mi ha trasmesso . Questa è la mia risposta .




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