domenica 23 novembre 2014

Intervista ad una ragazza stupenda che crede di non esserlo


La rubrica Riflettendo affronta una vasta gamma di argomenti. Nasce con il semplice scopo di offrire degli spunti di riflessione.



Cos’è la bellezza?
Il grande interrogativo continua a non dare pace a tutti gli intellettuali (e non) dell’intera umanità. Filosofi hanno provato a spiegarla, a rendere reale qualcosa di efficacemente astratto, poeti hanno provato a dare un immagine con i loro versi, pittori e scultori con le loro rappresentazioni. Nonostante non si sia raggiunta una definizione assoluta non si è mai smesso di parlarne, e per qualcuno è diventata un ossessione.

Roberto Benigni, nel film “La tigre e la neve”, prova a semplificare, con il monologo che ha reso celebre il personaggio Attilio De Giovanni (da lui stesso interpretato).
Qui di seguito una frase tratta dallo stesso:


<<La bellezza è nata quando qualcuno ha cominciato a scegliere>>

Più che provare a definirla, questa frase ci fa riflettere sulle conseguenze che comporta. Ma cosa vuol dire essere belli? Come ci si sente? L’autostima è importante, e sentirsi apprezzati mette sicuramente a proprio agio aiutando molto l’individuo persino nelle vicissitudini quotidiane.
Ma siamo proprio sicuri che sentirci belli, coincida con il sentirsi apprezzati?

Di seguito l’intervista ad una ragazza stupenda che non crede affatto di esserlo.





In foto: Rooney Mara




“La bellezza è negli occhi di chi guarda”. E’ una frase che sentiamo spesso dire in giro. Sei d’accordo? In definitiva, che cos’è per te la bellezza?

Per me la bellezza è qualcosa che non esiste. O meglio, è un invenzione dell’umanità che ha aperto le porte a dei secondi fini. Non credo nelle cose che non hanno una loro concretezza, che non sono definibili secondo validi criteri. Posso essere d’accordo con quella frase. Ma solo perché so per certo che è una cosa a cui credono in molti. Per me è vera perché lo è per la maggior parte della gente. Probabilmente lo è.  Ma non ho una mia opinione al riguardo, in quanto non credo nella bellezza. E’ un qualcosa in cui bisogna avere fede. O ci credi o non ci credi: non c’è una via di mezzo.  A me può piacere una persona, ma questo non significa che questa sia bella.



Beh… lo è per te!
Non penso alla bellezza quando mi piace qualcuno. Penso ad un modo di essere. Quando c’è affinità, quando mi lego a qualcuno, penso che con lei sto bene e quindi mi piace. Non scelgo di stare con qualcuno perché mi attrae o ritengo che sia una bella presenza, in quanto non è un ragionamento che mi sovviene di fare.

Adesso credi di non essere bella o attraente, come in molti ti definiscono. La pensi da sempre così, o c’è stato un momento in cui hai cambiato punto di vista sulla questione?

Francamente non ricordo questo piccolo particolare. Nell’atto pratico, se così possiamo intenderlo, ho cominciato ad avere le prime “storielle” alle superiori. Non mi sono mai chiesta nulla riguardo la bellezza, e in definitiva non mi sono mai ritenuta una bella ragazza, e mai ci ho pensato.
Quando sono stata con qualcuno non pensavo che fossero venuti con me perché ritenevano che fossi una persona attraente. Magari lo pensavano, ma non è questo il punto, e poi io non l’ho mai saputo. Al di là delle storie occasionali, che tagliano fuori la questione in quanto possono anche essere attribuite alla “foga del momento” o ad una semplice sbronza, ho scelto di avere delle relazioni con determinate persone perché queste mi facevano sentire importante. Mi attribuivano un senso, un ruolo. Ho creduto che valessi qualcosa affianco a loro e anche se dopo, per vari motivi, si sono interrotti i rapporti, ritengo che in quel momento abbiano avuto quel valore che per me è stato importante.

In molti, e tra i quali amici strettissimi, ritengono che tu sia di una bellezza superiore alla media. La cosa ti infastidisce? Pensi mai al perché continuino a dirtelo? Ti sei mai chiesta come mai la maggior parte della gente lo pensa e non esiti a dichiarartelo?

La gente ne parla come se fosse un problema. Come se non riconoscere ed essere consapevole della mia “bellezza” potesse essere per me un intralcio. Non ho problemi di autostima. Non è di questo che si tratta. I miei amici mi apprezzano per quello che dico, faccio e per quello che sono. Sanno benissimo che non mi cambia la vita sentirmi dire certe cose, e penso che dopo tanto tempo che ci conosciamo (parlo degli amici intimi), evitano di lasciarsi andare ad inutili convenevoli. 
Quando mi capita di sentire apprezzamenti, riguardo il mio aspetto, da gente che non conosco o che conosco appena, sorrido loro pensando che è una frase come un’altra per dire qualcosa di carino e per fare bella figura, o che più semplicemente non riescano a trovare qualcosa di più intelligente da dire.

Parli della bellezza (chiaramente prendendo in considerazione la tua persona; non estendiamo l’argomento a qualsiasi altra ”bellezza” nel mondo) come se fosse semplicemente un fattore estetico. Hai parlato di affinità, dello stare bene con una persona. Non ritieni che queste facciano parte di una sorta di bellezza, chiamiamola interiore. Più profonda e meno frivola, secondo il tuo modo di vedere la cosa?

Possiamo chiamarla come ci pare. Ma è una cosa diversa dal definirla tale. Se fossimo in un locale e vicino a me ci fossero delle ragazze e qualcuno ci volesse provare, sceglierebbero in base all’aspetto esteriore e non prendendo nessun’altro criterio in considerazione. Non li interesserebbe nulla di quello che siamo. E’ una cosa triste, ma, nella maggior parte dei casi e nella maggior parte dei luoghi, ha più rilevanza rispetto a qualsiasi altro canone. 
Il risultato è che un individuo non è esortato a far valere la propria persona, a farsi conoscere per quello che è, e ad avere il coraggio di metterlo in mostra. Ma, al contrario, cerca di abbellirsi, di far di sé un pupazzo da palcoscenico per attirare più spettatori possibili. Spesso la gente crede di ritenere bella una persona solo perché assomiglia, nel look, nel modo di camminare e di comportarsi, ad un personaggio famoso o ad una persona a cui si ispirano. Per me un qualcuno è una bella persona quando, riuscendo ad apportare un qualcosa di suo, facente parte del suo bagaglio culturale ed empirico, ritengo che quell’apporto sia per me piacevole. Tutto il resto non conta. Non mi è mai capitato di vedere qualcuno e lasciarmi andare a futili compiacimenti al riguardo. E’ il modo d’essere che fa la differenza. E non posso giudicare il modo di essere di qualcuno, guardandolo soltanto. Ho bisogno di interagire con lui e ci vuole del tempo. Il colpo di fulmine è una storiella che ci si racconta per dare un significato ad un qualcosa che di per sé non ne ha.


Perché ritieni di non essere bella? Pur non credendoci, hai mai pensato che tu possa trarre dei vantaggi sapendo che gli altri lo pensano? Ad esempio, chi ti dice che, seppur inconsciamente, questo non abbia contribuito a farti crescere l’autostima?

Con l’evolversi della società si è arrivati ad avere dei criteri oggettivi per definire un individuo bello, o comunque meno bello di un altro e via dicendo. Quando invecchierò e le rughe prenderanno vita sul mio viso, il mio corpo mostrerà segni di cedimento e sicuramente non sarò attraente, come tanto vi piace definirmi, secondo la società avrò perso quella “bellezza” che mi sta accompagnando. Certo: per gli altri sarò comunque bella, ma una di una bellezza invecchiata e roba del genere. Il mio concetto è ben diverso. 
Per me è qualcosa che nasce e può soltanto crescere e migliorare. Non è un qualcosa che va in deperimento o passa di moda.
Ripeto: quando una determinata cosa è vera per tutti gli altri, o quasi, non si può far finta di niente. Non si può non tenerla in considerazione. A volte, ho sfruttato il fatto che gli altri mi dicessero e credessero fossi una bella ragazza, ma per cose che avrei potuto ottenere lo stesso. Magari con più difficoltà o, più semplicemente, in maniera diversa.

Un’ultima domanda;  più che altro, una frivola curiosità. Sei fidanzata da più di tre anni. Il tuo ragazzo ti dice mai che sei bella, o in passato l’ha mai fatto? Come è cominciata la vostra relazione?

Beh… all’inizio lo diceva spesso, ma in cuor mio sapevo che i suoi complimenti avevano un significato diverso e so per certo che non sta con me “perché sono una ragazza attraente”. Con il passare del tempo mi riempie di altri elogi. Posso affermare che sta persino attento a questo particolare. E’ una cosa che lui nega sempre. Ha tutto un suo modo di farmi sentire importante, e lo apprezzo molto. In definitiva, non mi interessa di sentirmi bella. Mi interessa avere un valore che prescinde da questo.
Conosco il mio ragazzo da molto prima che ci mettessimo insieme. Uscivamo insieme agli altri. La nostra era una grande comitiva. Lui è sempre stato un tipo interessante. Mi è cominciato a piacere dopo un po’. Notavo che ogni volta che prendeva la parola, ero sempre più interessata a quello che diceva, e la cosa è andata man mano aumentando.
Un giorno, e non uno qualunque: il giorno del mio compleanno, i miei amici mi schiacciarono la torta totalmente in faccia (per fortuna era uno scherzo ed era pronta un’altra). Lui si avvicino impavido e mi baciò davanti a tutti, senza che potessi vedere chi fosse il mio attentatore. Si staccò e mi sussurrò nell’orecchio <<Tutto ciò che mi piace di te è invisibile. E devi credermi quando ti dico che pur essendo nascosta dietro questa maschera di panna e crema, riesco a vedere quello che sei>> Non riconobbi subito la voce, ma pensai che solo un ragazzo della comitiva poteva lasciarsi andare a quel modo, a quella dichiarazione. Presi a baciarlo di nuovo. Poi mi ripulì e vidi che il ragazzo che mi aveva baciato così coraggiosamente davanti a tutti, era quello a cui avevo pensato.

Grazie per il tempo dedicato, bella ragazza!

(Mi guarda con aria ironica a accusatoria. NdR)



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