La
rubrica “ Riflettendo “ affronta una
vasta gamma di argomenti attuali e non . Nasce con il semplice scopo di offrire
degli spunti di riflessione.
Claudio è un ragazzo come altri. Ogni giorno lotta per raggiungere i suoi obiettivi; trae piacere dalle soddisfazioni quotidiane e dai piccoli dettagli che rendono la sua giornata, a suo modo, speciale.“ Storia di un eroe di cui nessuno parlerà “
Mi chiamo Claudio, studio lettere e nel
tempo libero lavoro per pagarmi gli studi. Si, lo so, lo so. Me l’avranno ripetuto
un sacco di volte: è una laurea che, oggigiorno, non porta da nessuna parte. Ma
da quando , di questi tempi , ce n’è una che ti dà la sicurezza di portarti
realmente a qualcosa? Ho sempre creduto di dover fare quello che mi piace e non
ho avuto esitazioni quando mi è stato chiesto di prendere una decisione. Non ho
trovato i miei genitori d'accordo con me. Avrebbero voluto studiassi economia e
commercio per lavorare al seguito di mio padre, nel suo studio. Non mi sono mai
andati a genio, i commercialisti. Per questo motivo sono costretto a pagarmi
gli studi da me, ma questo ha i suoi lati positivi. Mi ha dato lo stimolo per
cercarmi un lavoro e ottenere una mia indipendenza.
Da piccolo quando gli altri scendevano in cortile a giocare o guardavano la TV, io, me ne stavo in camera a leggere. Non leggevo solo libri: fumetti, riviste, indicazioni sull'etichetta dei prodotti alimentari; qualsiasi cosa mi potesse incuriosire. La lettura mi ha sempre ispirato, la mia via d’uscita dal mondo e da quello che mi circonda. La mia fuga dalla realtà.
Ogni giorno mi alzo e raggiungo a piedi la stazione, dove prendo il treno per l’università. Se tutto è nella norma, il treno fa ritardo. Poi, il caso vuole che arrivi, stracolmo di gente. Quando sono fortunato, sono costretto ad assorbirmi discorsi poco interessanti di ragazzi, che non vedono l’ora di far sapere del loro week-end avventuroso agli amici e parlano gridando- metto le cuffie così da non sentirli. C’è gente che ha problemi con l’igiene ed emana un odore sgradevole. Qui le cuffie non mi sono d’aiuto. Mi appoggio alla porta del vagone alla ricerca di una posizione comoda. Vi state chiedendo perché non mi sieda? Vi rispondo che, se avete visto posti liberi su un treno, siete
davvero fortunati.
Una volta arrivato devo fare due passi per raggiungere la facoltà. Di tutta la giornata è uno dei momenti che più amo. La gente nei bar, l’odore del caffè, il traffico, il via vai frettoloso delle persone. Mi diverto a fantasticare sui loro pensieri. Lasciandomi trasportare dall'immaginazione osservo i loro volti e riesco a percepire le loro sensazioni. Ce ne sono di tristi, di spensierati, di ansiosi.
Riesco ad arrivare in orario a lezione, salvo imprevisti.
In aula, spesso e volentieri, sono presenti alunni che non frequentano lettere e vengono per conversare come se fossero a un bar con gli amici. Poi ci sono quelli che frequentano lettere, ma vengono per lo stesso motivo dei precedenti. Il restante, non è veramente interessato alla lezione e si presenta solo per riempire la giornata, per dare un significato alla loro iscrizione o più semplicemente per mostrare che seguono, salvo rare eccezioni. Il professore si limita a spiegare senza entusiasmo. La sua somiglia tanto a quelle voci registrate che rispondono quando chiami per sapere il credito. Lo vedi dal suo volto stanco e rassegnato, dal suo modo di fare superficiale e meccanico. Ci sono giorni in cui entra carico e lo vedi che è lì volenteroso di insegnare, ma subito dopo aver dato un occhiata all’aula, si avvilisce. Ma non voglio scaricare tutta la colpa su di loro. Avete mai avuto la sensazione di non essere ascoltati quando state parlando? O, peggio, di notare che vi stanno ascoltando per finta? Diciamocelo … non è per niente una bella cosa. Meglio parlare da soli di fronte ad uno specchio, lì dentro dovrebbe esserci qualcuno ad ascoltarci.
Finita la lezione, esco e aspetto. Chi aspetto ? Mi piace una ragazza dall’aria semplice e dagli occhi di un blu sincero.
La nostra storia va
avanti da due anni, ormai. Ci vediamo ogni giorno dal lunedì al giovedì all’ora
di pranzo. La sua facoltà è di fronte la mia e il caso vuole che possiamo
incrociarci al termine della lezione, seppur per pochi attimi. Non le ho mai
rivolto la parola ma lo farò presto. Avrei tante cose da dirle. Ho pensato che
tra tutti i libri che ho letto qualche frase a effetto che possa fare al caso
mio, alla fine, possa trovarla . E’ il coraggio che mi manca, ma ci sto
lavorando e presto le chiederò di uscire. Si chiama Lucia. Un giorno di
novembre, la fortuna è stata dalla mia parte. Sono riuscito a sentire una sua
amica che la chiamava dall’altro lato della strada, alzando la voce per farsi
sentire. Per me è stato un bel giorno, uno di quelli che vale la pena segnare
sull’agenda personale, tra i ricordi di cui prendiamo nota , perché non si sa
mai, la mente ci può sempre giocare un brutto scherzo e farci dimenticare alcuni
eventi importanti della nostra vita .
Una volta che la vedo allontanarsi e sparire dietro l’angolo, torno in me e mi prometto di andarle a parlare il giorno seguente . Sono uno sfigato, vero ? Poco importa . Quando ci riuscirò mi ricorderò di tutti i giorni che sono stato fuori ad aspettarla e a raccogliere il coraggio per potermi avvicinare. Quel giorno sarà, per questo motivo, ancora più speciale.
Per pagarmi gli studi lavoro presso un call center . Facendo il turno la sera riesco a far conciliare lo studio e il lavoro . E’ faticoso, ma indispensabile . Quando sono in difficoltà, per un esame, mi assento a lavoro. A dire il vero non mi pesa stare sui libri. Solo, a volte, mi vien voglia di sdraiarmi, su un prato, a guardare il cielo e a non pensare a niente. La sera arrivo a casa distrutto, ma non mi interessa.
E’ sabato e finalmente posso concedermi un pausa da tutto. Mi vedo con i miei amici. Sono dei tipi in gamba; studiano anche loro, ma non sono soliti riempirsi di paranoie come faccio io. Riesco ad essere spensierato. Riesco a liberarmi di tutti quei pensieri negativi e tristi che spesso mi assalgono nei momenti duri e noiosi. Per me sono fondamentali, gli amici. Ci riuniamo, di solito a casa di qualcuno o in un locale a noi congeniale, e stiamo insieme. Parliamo di tutto e non parliamo di niente, raccontiamo la settimana appena trascorsa, discutiamo dell’ultimo libro del nostro autore preferito (ognuno ne ha uno ) e ci lasciamo andare a commenti inopportuni su come sarebbe stata la nostra vita, se avessimo fatto scelte diverse. A volte invidio un po’ chi non ci pensa, chi non si preoccupa del suo futuro e chi non fa niente per cambiare le cose; poi, per fortuna, mi passa.
Poi ,finita la settimana, si ricomincia e giorno per giorno combatto per raggiungere i miei obiettivi, per avere qualcosa per cui lottare. Dopo un po’ di tempo, i miei genitori si sono convinti ( forse rassegnati ) e mi sostengono gli studi – certo, mio padre, non l’ha presa bene- ma poco importa. Incredibili persone, i genitori. A volte, mi chiedo se riuscirei ad avere la loro stessa generosità, la loro capacità di mettere da parte l’orgoglio. Qualsiasi cosa questo comporti per loro. Sono fortunato ad averli, sono fortunato ad avere chi si occupa di me. Non ho lasciato il lavoro. I soldi che guadagno li spendo per me: libri e viaggi, anzitutto.
Mi chiamo Claudio e come me ce ne sono tanti altri . Non mi sono mai piaciute le persone che si lamentano e non fanno niente per cambiare le cose. Mi faccio in quattro dalla mattina alla sera per inseguire i miei sogni; non so cosa ha in serbo per me il futuro, ma di una cosa sono certo: ho due braccia, due gambe, nessuna infermità fisica o mentale e ho la possibilità di scegliere cosa fare.
Questo mi basta a farmi sentire una delle persone più fortunate del
mondo.
Della rubrica leggi anche:
Inadatta: la storia di una baby-squillo
Friends: la storia di alcuni amici che si ritrovano
Porto fuori il cane: la storia di un tradimento
Da piccolo quando gli altri scendevano in cortile a giocare o guardavano la TV, io, me ne stavo in camera a leggere. Non leggevo solo libri: fumetti, riviste, indicazioni sull'etichetta dei prodotti alimentari; qualsiasi cosa mi potesse incuriosire. La lettura mi ha sempre ispirato, la mia via d’uscita dal mondo e da quello che mi circonda. La mia fuga dalla realtà.
Ogni giorno mi alzo e raggiungo a piedi la stazione, dove prendo il treno per l’università. Se tutto è nella norma, il treno fa ritardo. Poi, il caso vuole che arrivi, stracolmo di gente. Quando sono fortunato, sono costretto ad assorbirmi discorsi poco interessanti di ragazzi, che non vedono l’ora di far sapere del loro week-end avventuroso agli amici e parlano gridando- metto le cuffie così da non sentirli. C’è gente che ha problemi con l’igiene ed emana un odore sgradevole. Qui le cuffie non mi sono d’aiuto. Mi appoggio alla porta del vagone alla ricerca di una posizione comoda. Vi state chiedendo perché non mi sieda? Vi rispondo che, se avete visto posti liberi su un treno, siete
Una volta arrivato devo fare due passi per raggiungere la facoltà. Di tutta la giornata è uno dei momenti che più amo. La gente nei bar, l’odore del caffè, il traffico, il via vai frettoloso delle persone. Mi diverto a fantasticare sui loro pensieri. Lasciandomi trasportare dall'immaginazione osservo i loro volti e riesco a percepire le loro sensazioni. Ce ne sono di tristi, di spensierati, di ansiosi.
Riesco ad arrivare in orario a lezione, salvo imprevisti.
In aula, spesso e volentieri, sono presenti alunni che non frequentano lettere e vengono per conversare come se fossero a un bar con gli amici. Poi ci sono quelli che frequentano lettere, ma vengono per lo stesso motivo dei precedenti. Il restante, non è veramente interessato alla lezione e si presenta solo per riempire la giornata, per dare un significato alla loro iscrizione o più semplicemente per mostrare che seguono, salvo rare eccezioni. Il professore si limita a spiegare senza entusiasmo. La sua somiglia tanto a quelle voci registrate che rispondono quando chiami per sapere il credito. Lo vedi dal suo volto stanco e rassegnato, dal suo modo di fare superficiale e meccanico. Ci sono giorni in cui entra carico e lo vedi che è lì volenteroso di insegnare, ma subito dopo aver dato un occhiata all’aula, si avvilisce. Ma non voglio scaricare tutta la colpa su di loro. Avete mai avuto la sensazione di non essere ascoltati quando state parlando? O, peggio, di notare che vi stanno ascoltando per finta? Diciamocelo … non è per niente una bella cosa. Meglio parlare da soli di fronte ad uno specchio, lì dentro dovrebbe esserci qualcuno ad ascoltarci.
Finita la lezione, esco e aspetto. Chi aspetto ? Mi piace una ragazza dall’aria semplice e dagli occhi di un blu sincero.
Una volta che la vedo allontanarsi e sparire dietro l’angolo, torno in me e mi prometto di andarle a parlare il giorno seguente . Sono uno sfigato, vero ? Poco importa . Quando ci riuscirò mi ricorderò di tutti i giorni che sono stato fuori ad aspettarla e a raccogliere il coraggio per potermi avvicinare. Quel giorno sarà, per questo motivo, ancora più speciale.
Per pagarmi gli studi lavoro presso un call center . Facendo il turno la sera riesco a far conciliare lo studio e il lavoro . E’ faticoso, ma indispensabile . Quando sono in difficoltà, per un esame, mi assento a lavoro. A dire il vero non mi pesa stare sui libri. Solo, a volte, mi vien voglia di sdraiarmi, su un prato, a guardare il cielo e a non pensare a niente. La sera arrivo a casa distrutto, ma non mi interessa.
E’ sabato e finalmente posso concedermi un pausa da tutto. Mi vedo con i miei amici. Sono dei tipi in gamba; studiano anche loro, ma non sono soliti riempirsi di paranoie come faccio io. Riesco ad essere spensierato. Riesco a liberarmi di tutti quei pensieri negativi e tristi che spesso mi assalgono nei momenti duri e noiosi. Per me sono fondamentali, gli amici. Ci riuniamo, di solito a casa di qualcuno o in un locale a noi congeniale, e stiamo insieme. Parliamo di tutto e non parliamo di niente, raccontiamo la settimana appena trascorsa, discutiamo dell’ultimo libro del nostro autore preferito (ognuno ne ha uno ) e ci lasciamo andare a commenti inopportuni su come sarebbe stata la nostra vita, se avessimo fatto scelte diverse. A volte invidio un po’ chi non ci pensa, chi non si preoccupa del suo futuro e chi non fa niente per cambiare le cose; poi, per fortuna, mi passa.
Poi ,finita la settimana, si ricomincia e giorno per giorno combatto per raggiungere i miei obiettivi, per avere qualcosa per cui lottare. Dopo un po’ di tempo, i miei genitori si sono convinti ( forse rassegnati ) e mi sostengono gli studi – certo, mio padre, non l’ha presa bene- ma poco importa. Incredibili persone, i genitori. A volte, mi chiedo se riuscirei ad avere la loro stessa generosità, la loro capacità di mettere da parte l’orgoglio. Qualsiasi cosa questo comporti per loro. Sono fortunato ad averli, sono fortunato ad avere chi si occupa di me. Non ho lasciato il lavoro. I soldi che guadagno li spendo per me: libri e viaggi, anzitutto.
Mi chiamo Claudio e come me ce ne sono tanti altri . Non mi sono mai piaciute le persone che si lamentano e non fanno niente per cambiare le cose. Mi faccio in quattro dalla mattina alla sera per inseguire i miei sogni; non so cosa ha in serbo per me il futuro, ma di una cosa sono certo: ho due braccia, due gambe, nessuna infermità fisica o mentale e ho la possibilità di scegliere cosa fare.
L'attore Luca Marinelli in una scena del film " Tutti i santi giorni " |
Della rubrica leggi anche:
Inadatta: la storia di una baby-squillo
Friends: la storia di alcuni amici che si ritrovano
Porto fuori il cane: la storia di un tradimento
Claudio è un ragazzo che non si arrende. Ed è un umanista in senso stretto: non solo non si arrende al presente, ma crede in quella parte di umanità che non si rassegna e crede al futuro. Io mi sono ritrovato per alcuni punti nel personaggio, grazie anche al modo in cui l'autore fa entrare subito in empatia Claudio con il lettore. Caro Giuseppe, è un buon incipit. Secondo me si può trarre una buona storia, lavoraci su!
RispondiEliminaTi ringrazio Emanuele. Mi fa piacere che tu ti sia ritrovato nel personaggio e spero tu possa raggiungere i tuoi obiettivi.
RispondiEliminaE' un idea fantastica questa rubrica...molte volte ci si dimentica delle storie e dei problemi degli altri perchè siamo troppo impegnati ai nostri. Per quanto riguarda Claudio, io ancora non posso riuscire a capire cosa vuol dire entrare nel mondo del lavoro e degli studi universitari, ma di sicuro riesco a capire cosa vuol dire avere tutto e tutti contro di te e contro i tuoi sogni. Stimo questo personaggio, perchè penso che sono le persone così, che secondo me andranno avanti, perchè non importa quanto una cosa sia difficile, ma se si ha un obbiettivo e ci si mette passione e amore per arrivarci allora si ha tutto. So anche cosa vuol dire essere diciamo il ''diverso'', che vive tante storie,in inimmaginabili luoghi e situazioni, ma nei suoi libri, o nella sua arte, e che viene schernito per questo. Il diverso che sogna in entrare in uno di quei libri e vivere quell'impossibile. Spero di raggiungere i miei obbiettivi, o comunque lottare per questi, perchè so che anche se non ci arriverò, il fatto di aver lottato mi farà essere soddisfatta di me stessa.
RispondiEliminaGrazie del commento Jessica. Dimostri di essere più matura rispetto alla tua età. Mi ha colpito molto la tua ultima frase e spero che riuscirai a metterla in atto.
EliminaInizio a ricredermi e devo dire che non è niente male come piccola storia.
RispondiEliminaÈ molto scorrevole e molto vicino a quello che effettivamente è il mondo di uno studente universitario.
Ma lasciando da parte i commenti "tecnici" devo dire questo: finalmente qualcuno che pensa di essere fortunato per il solo fatto che può scegliere, che si sente fautore del proprio destino, senza piangersi addosso o aver bisogno di essere sostenuto da qualcuno per inseguire un sogno.
Claudio è davvero il Sognatore, quello con la "S" maiuscola, quello che lotta fino a quando non ha fatto veramente di tutto per raggiungere quello che davvero vuole, quello che secondo lui è la sua Felicità....o almeno questa è l'impressione che ha dato a me!
Grazie Sara... mi fa piacere che sei riuscita a cogliere il messaggio della storia tra le righe
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