La rubrica “Storie di Straordinaria Quotidianità“ contiene racconti inventati ispirati alla gente comune e alla vita di tutti i giorni.
"Tempo fa lessi un articolo in cui si elencavano le peggiori situazioni da dover affrontare quando si sta insieme a qualcuno. Nella puntigliosa lista era menzionato il pranzo (o all’occorrenza la cena) con la suocera.
Era la vigilia di Natale e toccò anche a me affrontare il fatidico evento.
Ma non avrei mai potuto immaginare un qualcosa di simile."
Se ti sei perso la prima parte puoi trovarla qui!
[...]
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Era la vigilia di Natale e toccò anche a me affrontare il fatidico evento.
Ma non avrei mai potuto immaginare un qualcosa di simile."
Se ti sei perso la prima parte puoi trovarla qui!
[...]
<<Oltre l’ignoranza, c’è molta arroganza! Le
persone non sanno quello che vogliono! Sanno solo lamentarsi, lamentarsi e
ancora lamentarsi!>> cominciò a sbraitare uno degli zii dall’altro lato
del tavolo. Gli altri si limitarono a dare risposte senza senso ad
un’affermazione senza un senso compiuto. Solita discussione famigliare durante
un particolare evento. Si parla di tutto, non si parla di niente.
Era quasi arrivata la mezzanotte e tutte le bottiglie di prosecco, spumante,
vino e qualsiasi fosse il miscuglio alcolico presente su quel tavolo, era stato
già terminato da un pezzo. Lisa ogni tanto alzava lo sguardo e mi scrutava. Ho
apprezzato molto quel gesto. Pareva volesse darmi conforto, sembrava volesse
dirmi <<Resisti! Sono lì con te e scusami se ti ho trascinato in questa
baraonda>>. Le sorridevo non appena mia suocera mi dava un po’ di scampo.
<<Allora mio caro, dicevamo… Ah si! Mi raccomando a come tratti mia
figlia. Devi coprirla di attenzioni e non devi mai farle mancare
niente!>> cominciò il suo monologo quella donna seduta alla mia sinistra
a capotavola. I produttori della famiglia Adams avrebbero potuto scritturarla
per un possibile sequel.
Diventava più inquietante man mano che passava la
serata e si inebriava con fiumi di alcol inalati in corpo.
Si accese una
sigaretta e questo irritò molto Lisa <<Mamma! Insomma sei a tavola!
Potrebbe dare fastidio!>>
<<Nessun fastidio Lisa! Stai tranquilla>> ingenuamente difesi
Rosalba.
<<Non devi mostrarti per forza di cose gentile e comunque sia dopo
facciamo i conti!>> rispose lei.
<<Ecco…>> pensai tra me e me <<a volte sembra cerchi un
pretesto solo per litigare. Ma perché ci ostiniamo a voler discutere? Perché
vogliamo sempre sfidarci? Dovremmo imparare a tenere a bada il nostro ego. Ne
saremmo tutti più felici>>
<<Su lasciala perdere. E’ sempre stata un po’… per così dire
fiscale!>> sembrava mi avesse letto nel pensiero mia suocera che si
avvicinò con la sedia e mi parve cominciasse a toccarmi con la sua gamba. Ma
pensai subito fosse un gesto involontario causato dalla goffaggine nello
spostarsi.
<<Senti un po’: sai che sei proprio un bel ragazzo. Stai bene con questo taglio. Sai parlare, sembri intelligente, sei brillante e mi stai anche simpatico. Credi che sia una donna attraente?>> cominciò il suo interrogatorio con questa domanda insolita.
<<Senti un po’: sai che sei proprio un bel ragazzo. Stai bene con questo taglio. Sai parlare, sembri intelligente, sei brillante e mi stai anche simpatico. Credi che sia una donna attraente?>> cominciò il suo interrogatorio con questa domanda insolita.
<<Beh>> risposi io in evidente difficoltà <<che dirle…?
Monica le assomiglia molto ed è indubbiamente una bella presenza. Per così dire
Rosalba; sicuramente lei è una donna affascinante. Ma di certo non deve piacere
a me! >> sorrisi imbarazzatissimo.
<<Ah no? E nel caso volessi invece? Guarda che non devi per forza stare
con mia figlia se ti attraggo più io. Lei capirebbe>>.
Le sue dichiarazioni cominciarono a turbarmi. Diedi tutta la colpa alla
quantità industriale di alcol che aveva ingerito e cominciai a pensare facesse
uso di stupefacenti o che prendesse qualche farmaco dagli scorbutici effetti
collaterali.
Poi lei aprì il suo portasigarette e con fare carismatico mi disse <<Su
caro vieni a fumarti una sigaretta con me lontano da questa confusione>>.
Era scoccata la mezzanotte. I bambini dormivano. Gli zii e le loro consorti
erano troppo ubriachi per accorgersene. Monica era a litigare con il suo
smartphone per via di uno stupido gioco di ultima tendenza. Lisa continuava a
bere; e mentre mi allontanavo per seguire quell'infimo mostro di mia suocera nell'altra stanza, o dovunque mi stesse portando, non si degno di guardarmi e né
di alzare per un attimo la testa. Quella complicità che mi era parso di
percepire prima adesso era un miraggio, un puntino lontano che sanciva
definitivamente il mio malessere.
Superato un cupo corridoio, mi fece entrare in una stanza di quelle dove non entra mai nessuno, tenute immacolate per mostrarle a qualche malcapitato
ospite. Mi fece accomodare e mi accese con fare stucchevole la sigaretta da lei
in precedenza offerta.
Mi sentivo fortemente a disagio.
L’unico mio desiderio
in quel momento era di finire quella dannata sigaretta e tornare di là per poter
chiarire con Lisa. Stentavo a credere che Rosalba, la donna che adesso era di
fronte a me che mi fissava con aria da ammaliatrice, fosse la madre della mia
ragazza. Probabilmente era stata scambiata alla nascita. Non c’era niente in
lei che mi ricordasse Lisa.
Avanzò verso di me e cominciò a privarsi degli accessori quali anelli, collane
e braccialetti. Poi si sciolse i capelli. E infine si tolse i tacchi.
<<Mi metto solo a mio agio caro. Sta’ tranquillo. Ti vedo un po’ teso. Sono
a casa no? Avrò diritto ad un po’ di comodità>> aggiunse mentre procedeva
lentamente nella mia direzione.
Finì nervosamente la sigaretta. Mi alzai di scatto e prima che lei mi
raggiungesse andai a sistemarmi di fronte la vetrata che dava sulla veranda.
Non feci in tempo a dire nulla quando lei, seminuda, si appoggiò alla mia
schiena e cominciò ad avvinghiarsi a me con quelle mani ruvide dai palmi
consumati. Me la scrollai di dosso e con spossatezza, ma determinazione cominciai
a sbraitarle contro <<Senta Rosalba… non so che intenzioni lei abbia, ma
farò finta di nulla anche se siamo andati già molto oltre! Quindi adesso si
rivesta e andiamo quanto prima di là dagli altri!>> Poi pensai ad alta
voce <<Dannate sigarette! Dovrei smetterla di fumare una volta per
tutte!>>
<<Su caro rilassati! Pensi che se li importasse qualcosa di te non
sarebbero già venuti a chiamarti. Cerco solo un po’ d’affetto! E poi non ci
credo che non ti eccito per nulla. Guarda che ci son tipi molto più giovani di
me che mi vengono ancora dietro! E adesso lasciati andare!>>
Mi raggiunse rapidamente e cominciò a toccarmi dappertutto. Fece per baciarmi,
ma la spinsi violentemente. Cadde a terra e finalmente sembrò placare la sua
libidine.
<<Adesso basta! Vado di là ad avvertire Lisa dell’incresciosa situazione
in cui lei mi ha cacciato! Roba da non credere. Quando sentivo dire che molto
spesso è la suocera la causa della rottura di alcune relazioni, non credevo si
alludesse a questo!>>
La lasciai lì per terra e subito feci per uscire da quella maledetta stanza.
Ce l’avevo fatta! Mi ero districato alla grande dalla perfida Rosalba e non
vedevo l’ora di raccontare tutto a Lisa per farle fare un emerita figuraccia,
ma appena aprì la porta un qualcosa di ancora più insolito era lì ad
attendermi. Tutti, ma dico proprio tutti, tranne i bambini (che per fortuna
dormivano ancora) erano lì uno di fianco all'altro e fu surclassato da un
rigoroso applauso condito dai faccioni sorridenti da parte di tutti, specialmente
di Lisa.
<<Oh tesoro ce l’hai fatta! Hai superato la prova! Il mio ex cadde in
tentazione e mancava poco che andasse a letto con mia madre, ma per fortuna
riuscimmo a frenarlo in tempo. Tu non ci hai pensato due volte e hai resistito.
Sai mia madre è una che va forte! Difficilmente un uomo si tira indietro! E’ la
prova del tuo amore puro nei miei confronti! Sei il massimo che potessi
desiderare!>> esordì Lisa.
Poi mi abbraccio fortemente e mi sussurrò
qualcosa di dolce nell'orecchio. Non sapevo cosa provare. Mi sentivo uno
stupido, ma allo stesso tempo la vittima di una congiura di stupidi.
Quella vigilia di Natale che di certo non dimenticherò più, proseguì come da routine. Mia suocera si congratulò con me per la “prova”
superata e mi spiegò che era tutta una messinscena per “verificare” quanto ci
tenessi alla sua Lisa.
Poi quella serata stramba e stravagante finalmente volse al termine. Salutai tutti
con notevole imbarazzo. Lisa sembrava più contenta che mai. I bambini dormivano
ancora: ho desiderato essere uno di loro in quel momento.
Tornai a casa passeggiando lentamente e pensai a quanto strano fosse quello che mi era accaduto e che forse avrei dovuto parlarne con Lisa. Se è arrivata ad escogitare tale piano per mettermi alla prova, qualcosa nella nostro relazione evidentemente non va. Mi è balenata l’idea persino di lasciarla in quanto il mio orgoglio non accettava che mi avesse messo così in difficoltà, mi avesse fatto apparire così indifeso di fronte a quella stravagante signora piena di accessori e tutta in tiro: sua madre, ovvero mia suocera.
Tornai a casa passeggiando lentamente e pensai a quanto strano fosse quello che mi era accaduto e che forse avrei dovuto parlarne con Lisa. Se è arrivata ad escogitare tale piano per mettermi alla prova, qualcosa nella nostro relazione evidentemente non va. Mi è balenata l’idea persino di lasciarla in quanto il mio orgoglio non accettava che mi avesse messo così in difficoltà, mi avesse fatto apparire così indifeso di fronte a quella stravagante signora piena di accessori e tutta in tiro: sua madre, ovvero mia suocera.
Poi mi fermai un attimo e
mettendo da parte il mio proposito di non fumare più, mi accesi una sigaretta.
In quella confusione condita da quel fumo denso delle Chesterfield che sempre
mi fanno compagnia in questi frangenti, cominciai a pensarla diversamente.
E se adottassi lo stesso stratagemma anch'io?
E se chiedessi a mio padre di prestarsi a questa messinscena per mettere alla
prova la fedeltà di Lisa?
Ma soprattutto: e se poi lei ci starebbe?
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Molte volte nella vita ci si incontra per pura casualità, come con i protagonisti di questa storia, ma è dato dalla fortuna, la cosa più difficile ,invece, è riuscire a mantenere tali relazioni. Oggii le cose non vengono aggiustate ma buttate e lo stesso viene fatto con le persone, ci si lascia per poco, ci si sposa e risposa tante volte, perché non si ha voglia di porre rimedio ai problemi, cercando di capire i propri sbagli e quelli degli altri
RispondiEliminaSi è sempre più circondati da persone che non riescono a fare più una buona discussione, o comunque una discussione sensata, sono sempre più impegnate in discussioni no sanse in cui ‘’si parla di tutto, non si parla di niente’’, ci sono sempre più persone anonime, tutte uguali, interessate tutte delle stesse cose, e quando si prova a dar inizio a una nuova discussione si diventa ‘’il diverso ’’. Insomma ci si sopporta sempre di meno, tanto da arrivare a odiare, anche se piccole, alcune cose di chi ci sta affianco, come il continuo fatto di dover cercare un pretesto per litigare di Lisa, le situazioni scomode in cui ci capita di stare a causa del comportamento sbagliato delle persone e della continua sensazione di disagio e imbarazzo che ne consegue. E se c’è qualcuno che deve provare la nostra fedeltà con delle prove, anche quando non c’è nessun problema nella relazione, allora c’è veramente qualcosa che non va.
la storia comunque è divertente ... :) '' i produttori della famiglia Adams avrebbero potuto scritturarla per un possibile sequel '' ahhahahha