domenica 27 settembre 2015

Svuotarsi

La rubrica “Riflettendo“ affronta una vasta gamma di argomenti.
Nasce con il semplice scopo di offrire degli spunti di riflessione.


-Mi ricordo che quando ero più piccola mia madre veniva a darmi sempre il bacio della buona notte, poi un giorno ha smesso. Non so in quale momento è successo eppure dev'esserci una data precisa, un giorno x, da quel punto in poi niente più bacio della buona notte e la cosa strana è che io non me ne sono nemmeno accorta, il giorno prima avevo il mio bel bacio della buona notte quello dopo più niente. Forse la vita è un insieme di giorni x, quello in cui tua madre smette di darti il bacio della buona notte, quello dove perdi le chiavi di casa, quello in cui muore qualcuno al quale dovevi dire ancora tante cose, e quello in cui smetti di mangiare. Noi non ci accorgiamo di questi momenti, eppure ogni volta perdiamo qualcosa.-

dal film “MalediMiele” di M. Pozzi 

Alcune persone vengono indotte da un’oscura tentazione a farsi del male, in quanto non riescono ad accettarsi, e di conseguenza a vivere un malessere. Chi soffre di bulimia sente il bisogno di riempirsi a dismisura- non ponendosi limiti- per poi svuotarsi e rendere ancora più profondo quel vuoto interno iniziale fatto di incertezze e paure.
Sentirsi accettati è l’obiettivo, ma si finisce per compiere tutto ciò che non contribuisce affatto ad esserlo.


Abbiamo ascoltato la storia di chi convive con tutto questo, per cercare di capire cosa si prova a non sentirsi mai abbastanza apprezzati, soprattutto da se stessi.


Raccontami della tua esperienza. L’hai vissuta come un semplice disturbo, un malessere o una condizione dalla quale venirne fuori assolutamente?

Non credo di essere stata malata. Più che altro il mio è stato un disturbo psicologico, forse più un malessere. Da un lato mi sembrava fosse auto-distruzione, dall'altro era una liberazione nei momenti più difficili.
Ogni volta che mi capitava di cadere in tentazione, mi sentivo meglio, sentivo di essermi tolta un peso; essermi liberata di un disagio, uno sbaglio, un altro pensiero, un'altra ansia che in quel momento mi tormentava.
E poi provavo un grande sollievo perché mangiavo tutto quello che mi piaceva, ma avevo trovato un metodo per non assimilarlo.


Come si manifestava? Principalmente cosa ti portava ad assumere determinati comportamenti?


Nel momento in cui mangiavo ero felice. Mangiavo e mangiavo senza pensare alle conseguenze. Poi improvvisamente era come se la mia mente si bloccasse, e iniziavo a sentirmi in colpa. Sentivo di aver sbagliato, di aver tradito i miei ideali, e il mio corpo. Mi sentivo gonfia, grossa. Mi guardavo allo specchio e vedevo una palla, una cosa enorme. E cominciavo a toccarmi i fianchi, le gambe, la pancia. Si innescava un meccanismo nella mia testa assurdo! Non riuscivo a pensare ad altro, e improvvisamente partiva una fitta allo stomaco atroce, iniziavano ad asciugarsi le labbra, e automaticamente- senza fare troppi sforzi- solo bevendo tanta acqua, andavo subito in bagno; o trovavo una scusa per uscire e allontanarmi dagli altri. Avevo anche il mio metodo. Iniziavo col mettere due dita sulla lingua, poi sfioravo leggermente la gola senza fare troppi sforzi, e rimettevo tutto quello che avevo mangiato. Poi correvo a pesarmi, e solo allora mi sentivo meglio. Sapere di non aver messo nulla significava non tradirmi, non tradire il mio corpo, ed era l’unica cosa che contava. In quel momento riuscivo a dar pace al mio corpo e alla mia testa. 

Come hai scoperto di essere bulimica? Hai avvertito il bisogno di andare da un medico? O c’è stato qualcuno che ti ha aiutato? Che ti ha fatto accorgere che c’era qualcosa che non andava.

Leggendo parecchi articoli su Google mi sono resa conto di avere gli stessi sintomi di una persona bulimica. Il mio era diventato un bisogno giornaliero, una cosa che ti viene spontanea. Co
me fa una persona normale quando al mattino si sveglia e si prepara un caffè. Faceva parte della mia routine ormai. Non potevo farne a meno. 
Le cose iniziarono a peggiorare quando pur non mangiando lo facevo. Delle volte mi sentivo gonfia anche solo dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua, o assaggiato qualcosa di leggero. Alcune volte anche dopo non aver mangiato nulla!


C’è qualcosa che ti faceva stare meglio? Qualcosa a cui pensavi per non desiderare di farti del male?

Non c'è qualcosa in particolare a cui pensi perché è come se in quel momento la testa diventi un burrone nero dal quale non riesci ad uscire. Alla fine non stai a far male a nessuno tranne che a te stesso! La mia unica felicità era sapere di non aver assimilato nulla, di aver mangiato tutto quello che desideravo senza aver preso peso. Lo so che è una cosa stupida perché esistono tanti rimedi, ma sono errori che si commettono e nessuno può- in quel preciso istante- aiutarti perché vai in un'altra dimensione, non sei più tu. Ti comanda solo l'istinto, e il mio mi diceva di farlo per star meglio!
Gli unici momenti in cui non pensavo a questo era quando riuscivo a star completamente serena. Come se non avessi il tempo di pensarci. Ma quando capita, non si è più se stessi. E’ un

meccanismo che non ti fa ragionare.


Sostanzialmente cosa provavi? Ad esempio quando avvertivi il bisogno di svuotarti, cosa ti passava per la testa?


In sostanza, quando accade ti viene un senso di colpa immenso. Sentivo di aver tradito le mie aspettative, tutto quello che avevo deciso di fare; cioè di rispettare il mio corpo, i miei ideali e i miei obiettivi. Automaticamente stavo male perché non ero stata in grado di rispettare e di mantenere sano il mio organismo! Mi sentivo sporca come quando si fa del male a qualcuno.
Iniziavo a sudare, a guardarmi, mi innervosivo, e pensavo solo al fatto che dovessi trovare un luogo sicuro dove poter star tranquilla, e dove potermi svuotare. Il mio unico pensiero era quello di sentirmi più sgonfia, e di non sentirmi più in colpa per quello che avevo combinato.


C’è stato un momento in cui sei riuscita a capire che avevi toccato il fondo? Che dovevi fare qualcosa prima che non potessi più tornare indietro?

Più di un anno fa diventai anoressica, ma per fortuna ne uscii subito. Arrivai a portare la 25-26, e non mangiavo proprio più. Inoltre continuavo a rimettere nonostante vivessi solo di aria. Poi c’è stato un evento che mi ha salvato la vita. Mi ha ridato la lucidità, la voglia di rialzarmi e la forza per continuare a lottare.



Eri consapevole del fatto che ti stessi facendo male? Sapevi che il tuo comportamento non giovava alla tua salute? Ora cosa ti viene in mente, qual è la tua opinione pensando a quei momenti?

Raggiungevo questa consapevolezza, dopo che lo facevo, dopo essermi fatta del male. Sapevo di sbagliare, ma prima che accadesse era come se il mio cervello si spegnesse. Era una cosa più grande di me. Alla fine, mi faceva star meglio e mi faceva sentire soddisfatta. Credevo che assumendo questa tecnica, e questo atteggiamento sarei riuscita a mantenere sempre la stessa linea. Non avevo questa voce! Prima era più candida. A furia di rimettere mi sono distrutta stomaco, gola e corde vocali. Insomma, ho fatto un po' di macelli. Se si vuole raggiungere dei risultati bisogna essere prima di tutto padroni di se stessi, mangiar sano e fare sport.

Adesso come stai? Ti capita ancora di ricaderci?


Non ne sono uscita completamente. Raramente mi capita di ricaderci. Non credo che possa andar via completamente dalla mia vita, e dalla mia mente. Mi capita perché continuo ancora a vedermi imperfetta. Quando mi vedo allo specchio, vedo un insieme di difetti, un qualcosa che fondamentalmente non mi piace al 100%. Ho sempre vissuto con questo disagio.
Ma adesso evito, resisto sempre. Riesco a ragionare prima di farlo.
Quando non ce la faccio, mi sento una stupida, una nullità, una cretina incapace di crescere e di maturare sotto questo punto di vista. Perché i risultati per migliorare il nostro corpo e il nostro organismo si possono benissimo ottenere senza farci del male! Oggi penso realmente di sbagliare quando mi capita di farlo. Riesco a vedermi bella, e sono più sicura di me.
Alla fine, nessuno è perfetto- ho il coraggio di ripetermi. Quando mi vien voglia di farlo ora, ho la consapevolezza e la forza di guardarmi allo specchio e di parlarmi. Mi domando:  vale la pena? Domani farai un po' di attività fisica ed eviterai di mangiar schifezze! Poi mi dico: sei una bella persona, una bella ragazza! Perché devi farti del male? A cosa serve? Ti fa star meglio?? No! Ti distrugge solo lo stomaco e la gola!



Con maturità e impegno riesci a salvarti! Io da sola- e a piccoli passi- ne sto uscendo vincitrice. Mi inizio a piacere anche se non sono perfetta, ma voglio star bene e penso che non serve uccidersi per esser quel che si vuole. Dopo quasi nove anni che convivo con questo disagio, posso finalmente dire di aver raggiunto una maturità tale da poter capire che determinate azioni non fanno bene. E anche se sono ancora debole, ho imparato che nella vita se non sbagli non impari, e io non credo a quella gente che nella vita dice di non aver mai sbagliato. Per me non esistono. Perché per essere delle persone vere, bisogna portarsi sulle spalle tanti errori. Con il tempo ti fanno diventare una persona splendida.
Io ho sempre sbagliato, ma posso dire di aver vissuto in maniera unica ogni piccola e grande cosa che mi è capitata. Ho toccato il vero fondo, ma mi sono sempre rialzata da sola e sempre più forte di prima! Perché sbagliare serve, e credimi quando ti dico che mi amo, nonostante tutto.


Credi che sia importante avere qualcuno vicino che possa supportarti e dimostrarti che c’è e ci sarà nel momento del bisogno? Che le terapie e il supporto di un professionista possano aiutarti ad uscirne?

Credo che avere qualcuno accanto in questo disagio sia fondamentale! Basti pensare che ti tiene la mente occupata, ti cambia le giornate, ti rende felice e rendendoti serena, diventa automaticamente un supporto morale. Con un sorriso, e senza fare nulla di così eclatante, ti cambia la giornata.
Mi è capitato di essere felice accanto a qualcuno, e quando lo sono stata non pensavo minimamente al mio disagio.
Ma ripeto a dire che non sei tu a dirigere il gioco, ma la se la mente decide di liberare il corpo, lo fai dimenticando chi in quel momento ti sta supportando e ti è vicino.
La presenza di qualcuno può farti superare certe cose, può aiutarti, ma da questi disagi non se ne esce così facilmente. Sicuramente una persona vicina rende la cosa più semplice, ma la battaglia la si vince principalmente da soli.

Ad esempio, c’è stata mia madre che ha cercato di aiutarmi. Ma pur essendo controllata, mi è capitato di farlo di nascosto. Poi sono stata in cura, ho fatto una corretta alimentazione e ho raggiunto risultati splendidi. Adesso sto imparando da sola a controllarmi, a non esagerare e a uscirne pian piano fuori. Devo cercare di stare realmente serena e felice, così ché questa cosa riesco ad accantonarla. Anche se in realtà oggi non riesco ancora a diventare quello che voglio, e so che non è importante, ma è un pensiero fisso, un traguardo, un qualcosa che devo raggiungere. La mia paura più grande è quella di ingrassare, come lo sono stata un tempo.



Cosa consigli a chi si trova nella condizione in cui ti sei trovata tu?

Non sono in grado di dare dei consigli. L'unica cosa che posso dire è di non nascondersi, di non vergognarsi di quel che si è, di sentirsi sempre sicuri di se stessi, e di farsi aiutare da qualcuno. Di non allontanare la famiglia- e la gente che ci ama- da questo "problema", di esser sereni, di amarsi e di liberare la mente da questi pensieri. Alla fine la perfezione non esiste. Quindi credo basti darsi una regolata e cercare di essere felici.
Chi vive quello che è il mio stesso disagio deve cercare di allontanare le voci cattive (tipo la società, gente che ci dice che non andiamo bene per qualcosa), di amarsi e piacersi, per poi migliorare da soli.
Alla fine non si vive per piacere agli altri, ma solo a se stessi.

Grazie per aver condiviso la tua esperienza!
Grazie a te!










1 commento:

  1. Svuotarsi. Questo è un tema che può riguardare tante cose, diciamo che la bulimia è un problema che sorge da un qualcosa che scaturisce nel nostro animo, che porta quindi a dei malesseri, uno dei tanti, la bulimia appunto, purtroppo non il solo. Insomma il problema è questo stato d'animo interiore e quindi bisogna chiedersi: perche nasce? qual'è il problema? beh quando ci succede è tutto automatico non hai il tempo di i farti queste domande magari neanche sai che c'è un problema reale, sai solo che stai male. Tutto dipende dai casi, ma a mio parere dai tanti casi che ho sentito, il problema è uno : la società e come ci poniamo alla società, è una lotta dura. Soprattutto con la crescita e quindi nel momento in cui creiamo una nostra identità , questo affronto con essa è molto duro, e si finisce per etichettarsi come inadatti. Ci rientro anche io, lo vedo , vedo come la gente riesce a farti sentire inadatta, per problemi che forse non sono problemi, ma qui nasce un altro punto, ci facciamo questi film perchè non c'è nessuno che ci dimostri che NON E' COSI' quindi si finisce per credere a quelle parole, che poi in futuro si scoprirà che erano ''fumo''.
    Se non si rientra in diversi canoni ,oggi, si è il DIVERSO e quindi il soggetto da cui prendere le distanze, lo sento nelle parole della gente, nel loro pensiero e poi non m stupisco che ci siano persone che si rovinano, perchè bisogna essere forti per affrontare certe parole e non tutti lo sono o hanno la possibilità di avere delle persone affianco.Il problema non è la società in se sono alcuni soggetti che dalla società non spariranno mai e che coinvolgono gli altri, per creare un pensiero unico che fa CANONI (non c'è cosa più sbagliata) e se non rientri in questi soffri : una parte molto grande la facciamo noi, quando cominciamo a odiare la figura nello specchio e risolviamo i nostri problemi con vie ''facili'' che però ci rovinano, questo ovviamente lo capiamo dopo, se abbiamo la fortuna di capirlo, gli sbagli ci rendono più forti, nessuno è perfetto e quelle persone che oggi si permettono di giudicare gli altri e non se stessi , in realtà in futuro si scoprirà che erano le prime a essere quelle sbagliate e che proprio a causa delle loro debolezze si comportavano in tal modo. Nessuno è perfetto, nessuno lo sarà mai.

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